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Palazzo Bovolini Soranzo, ora Pinarello

Corso XXIX Aprile
Secolo di costruzione  XV

Descrizione

Palazzo Bovolini Soranzo ora Pinarello è un elegante palazzetto rinascimentale. Il palazzo appartenne in origine alla famiglia Bovolini.

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La famiglia Bovolini, residente ad Asolo fin dal 1448 (ma prima ancora bassanese ai tempi delle lotte tra Guelfi e Ghibellini), aveva comperato alcune case nella piazza e si era poi trasferita a Padova. Successivamente, aveva allargato i propri possessi, costruendo o restaurando radicalmente anche la casa di Castelfranco, facendo affrescare la facciata con Le Fatiche di Ercole e il Corteo di Diana.

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Dei Bovolini, la persona sicuramente piú eminente fu un Taddeo (1450-1513), letterato e giurista al seguito di Caterina Corner, regina di Cipro. Fu lui ad omaggiarla pubblicamente con un’orazione l’11 ottobre 1489  al suo arrivo ad Asolo. Taddeo fu pure podestà di Asolo, prescelto dalla sua comunità per recare l'omaggio di obbedienza al doge, con l'incombenza di prestar supplica perché gli Ebrei fossero banditi da quel territorio. Morí nel 1513 e con lui, essendo celibe, si estinse la sua casa.

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La facciata fu nuovamente affrescata dai Soranzo, che vi fecero dipingere il loro stemma, con l'aggiunta di un distico secentesco « Quem celsum meriti titulos evexit ad altos / Patria sit numen praesidiumque domus // » (la patria sia nume e protezione della casa di colui il cui nobile merito elevò ad alti onori).

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Gli affreschi, dipinti tra la fine del XV e l’inizio del XVI, presentano un'originale decorazione ispirata allo stile della scuola mantegnesca,: le Fatiche di Ercole sono due scene poste tra le finestre del piano nobile che ritraggono Ercole e Anteo  ed Ercole ed il leone Nemeo, immagini monocrome a sanguigna, ravvivate da lumeggiature nei toni del giallo e del verde. 

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Nella fascia superiore, ormai quasi illeggibile, quattro scene mitologiche ritraggono Diana in ambientazioni campestri. Quest’ultimo particolare fa pensare che i dipinti appartengano all’ambito giorgionesco. Infine, le due serie dedicate alla dea sono separate da un fregio con putti ed elementi decorativi costituiti da motivi vegetali in forma di voluta, alternati a clipei con vasi e teste profilate che, come i motivi geometrici ed i rombi ai lati della trifora, sono motivi molto comuni alla fine del ‘400. Da notare il pregevole poggiolo in pietra a corredo della trifora centrale.

Note

Dimora Privata. 

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