top of page
scorr (7)_edited.png

Casa dominicale Rizzetti o Palazzo Rizzetti-Sartoretto

Corso XXIX Aprile
Secolo di costruzione  XVIII

Descrizione

La Casa dominicale Rizzetti, oggi, Palazzo Rizzetti-Sartoretto, fu commissionata dal proprietario Giovan Battista Rizzetti all’architetto Francesco Maria Preti. E’ probabile che questi abbia personalmente condotto alcuni lavori.

 

L’edificio rivolgeva la facciata, come ancora si può vedere, sulla piazzetta verso l'ex Pescheria, un tempo piazzetta della chiesa del Redentore, ovvero dell'Oratorio della Passione di San Filippo Neri e oggi denominata Piazza Arnaldo Fusinato.

​

La facciata sulla piazza reca nella parte superiore un superstite allineamento di finestre, sormontato da un frontone triangolare e presenta, assieme al prospetto su Corso XXIX Aprile, un impianto tipico del classicismo settecentesco, con forme e proporzioni armoniche degli elementi. L'intonaco è in precarie condizioni di conservazione ed un tempo doveva essere affrescato, dal momento che in documenti di inizio del XX secolo si attesta la visibilità di alcune tracce di pittura. 

​

Una serie di vicende, tra cui l'abbattimento della chiesa, determinarono la trasformazione del piano terra della casa, per cui l'ingresso fu aperto verso  Bastia Nuova alla fine del terzo decennio del XX secolo per realizzare alcuni esercizi commerciali. Da qui, un angusto corridoio immette nella bellissima scala a chiocciola semiellittica con parapetto in ferro battuto a motivo di eleganti intrecci floreali, in cui la luce piove da un alto lucernario, posto nel mezzo. 

​

Al primo piano la distribuzione degli ambienti deriva dalla pianta alla veneta con disimpegno centrale dal quale si accede alle stanze laterali disposte simmetricamente. I soffitti e le pareti delle sale sono decorati secondo il gusto settecentesco, con marmorino, cornici in stucco e intonaco di colore pastello rosa, verde e azzurro. Il secondo piano, il sottotetto, ha un pavimento in pietra, mentre il soffitto è in muratura e delle travi lignee sostengono le intelaiature in mattoni.

​

Nel XIX secolo la casa fu abitata dal poeta Arnaldo Fusinato, nato a Schio nel 1817, cui è dedicata l'attigua piazzetta della Pescheria. In realtà la casa apparteneva a Teresa Coletti Colonna, vedova e madre di sua moglie Anna. Fusinato ed Anna, dopo quasi un decennio di amore contrastato (lui era di estrazione sociale inferiore, poeta, uomo del Risorgimento e con fama di scapestrato) si erano sposati nel 1848 in seguito ad una fuga e poi erano andati a vivere a Schio. Non fu un amore duraturo, perché presto Anna morì di mal sottile nel 1852 e Fusinato si trasferì a Castelfranco con la suocera. Letterato già introdotto nell’ambiente, era stato socio dell’Accademia dei Filoglotti nel 1840 e teneva una fitta corrispondenza con l’amico Ippolito Nievo, che saltuariamente veniva a trovarlo. Sposò successivamente Erminia Fuà e anche in questo caso fu necessaria la fuga da casa della sposa, oltre alla sua conversione a causa della sua superiore estrazione sociale e la fede ebraica. Gli sposi vissero con la “mamma” anni felici, senza preoccupazioni finanziarie e creando una piccola società letteraria, poi la Società teatrale Filodrammatica. Nel 1859 Nievo era caduto durante l’impresa dei Mille, mentre il Fusinato perseguiva i propri ideali risorgimentali nei Comitati Segreti, stampando anche clandestinamente le proprie opere. Poiché, però, Castelfranco era il luogo in cui si stampavano i proclami rivoluzionari, cercava di stare nell’ombra. Quando ne incarcerarono il fratello, i coniugi scapparono a Firenze e poi nel 1871 Erminia si trasferì a Roma a lavorare per il Ministero della Pubblica Istruzione e poi come Direttrice di un Istituto Femminile, perché Arnaldo aveva fatto dei cattivi investimenti non aspettandosi lo spostamento della capitale a Roma.

 

Erminia si rivelò abile ed intelligente e si distinse per le sue iniziative a favore dell’emancipazione delle donne. Quando morì di tubercolosi miliare nel 1876, il Consiglio Comunale di Castelfranco Veneto rifiutò di onorarne la memoria con una statua e di ciò Fusinato fu turbato moltissimo.

 

Solo nel 1902 il Comune decise di apporre una lapide sulla facciata dedicata ai due coniugi, con una cerimonia accompagnata dai versi dell’amica e poetessa Enrichetta Usuelli-Ruzza. Nei giardini pubblici, invece, proprio di fronte alla casa del Fusinato, nel settembre 1936 fu posta una scultura (stele con busto) in memoria del poeta patriota morto a Verona il 28 dicembre 1888.

​

​

Note

Dimora Privata. L’immobile è stato definito un pregevole esempio di palazzo signorile di matrice settecentesca, attribuito all'architetto Francesco Maria Preti l’1 ottobre 2012

WhatsApp Image 2023-02-02 at 10.56.50.jpeg
bottom of page