Santa Maria della Pieve (Pieve medievale di S. Maria Nascente)
Borgo Pieve
Secolo di costruzione XVIII
Descrizione
Lungo la via di Borgo Pieve si incontra sulla sinistra la chiesa che tuttora dà il nome al quartiere, la Pieve, appunto. Nel 1825 fu dedicata alla Natività di Maria dal vescovo di Treviso mons. Giuseppe Grasser, come si legge in un’iscrizione posta sopra la porta a sud della navata. Secondo la stessa fonte la chiesa risalirebbe all’XI secolo, ma il documento più antico che la menziona è una bolla papale del 1152, che la colloca nel secolo successivo, comunque di mezzo secolo antecedente al castello. La chiesa, intitolata a Santa Maria Nascente, era anche chiamata "chiesa di fuori", per distinguerla da quella "di dentro" (ossia il Duomo).
Il suo attuale aspetto conferma che neppure la Pieve sfuggì alla smania di rinnovamento promossa a Castelfranco dalla cerchia neoclassica riccatiana.
Fu lo stesso Giordano Riccati, lo stesso che si occupò anche del palazzo di famiglia, a fornire il progetto per il rifacimento della chiesa che, iniziato nel 1777, fu completato per tappe successive. L'intervento del Riccati mantenne la larghezza della chiesa originaria, della quale vennero conservati i muri perimetrali, ma ampliò di quattro metri la lunghezza.
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Lo spazio interno, a navata unica, venne modificato con l'apertura di due cappelle laterali, di lunghezza e larghezza pari a quelle della zona presbiteriale, che già formava una sorta di transetto. Nel 1805 l’edificio fu arricchito con l’area absidale e la sacrestia per i sacerdoti, mentre nel 1821, per iniziativa dell'arciprete Nicolò da Colloredo, si procedette al rifacimento del tetto, che fu rialzato fino a portare l'altezza della navata a 17 metri.
Giordano Riccati era ormai morto da trent’anni e con lui tutti gli altri personaggi che avevano animato Castelfranco con discussioni anche architettoniche, ma la teoria della "media armonica”, che ricorre costantemente nei progetti di questa scuola, sopravvisse a loro tanto da essere applicata anche nella chiesa della Pieve, ampliata in altezza a questo scopo.
Infine, nel 1848 l'architetto A. Lazzari progettò l'atrio con quattro colonne corinzie a sorreggere il timpano.
All'interno della chiesa si può ammirare la pregevole fonte battesimale del 1368, stando a quanto riportato sul bordo del catino.
Un’iscrizione sul Crocifisso in marmo di carrara sull’altare maggiore ne ricorda il trasferimento da una cappella laterale che lo ospitava dal 1837 per volontà dell'allora parroco Giovanni Pastega. La scultura, di fattura veneta forse seicentesca, era stata posta nella cappella sinistra come segno di riconoscenza per una scampata epidemia di colera dell’anno precedente e riscosse a suo tempo l’apprezzamento anche dello scultore Antonio Canova.
Notevole è anche la statua raffigurante S. Sebastiano, attribuita dalla tradizione a Giuseppe Bernardi, detto il Torretto o Torrettino (1694-1774), primo maestro dello scultore possagnese.
Intorno alla Pieve era collocato il cimitero parrocchiale almeno fino al 1846, quando fu spostato assieme a quello del Duomo, ove oggi si trova, nell’allora territorio della parrocchia di Villarazzo. Tra i reperti che ne attestano l’antica presenza va annoverata la lapide del patrizio veneziano Andrea Duodo, morto il 13 luglio del 1448.
Note
Luogo di devozione.
Orari d’apertura: dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.00