Teatro Accademico
Via Garibaldi 4
Secolo di costruzione XVIII
Descrizione
Un tempo conosciuto come Teatro Sociale, il Teatro Accademico è opera di Francesco Maria Preti, incaricato nel 1746 dall’Accademia Riccati di creare un edificio che ospitasse le riunioni del circolo culturale illuminista nelle ore diurne e spettacoli teatrali in quelle serali.
Infatti, l’intensa attività intellettuale svolta dal conte Jacopo Riccati e dai suoi figli in Castelfranco riuniva nel loro palazzo di Borgo Treviso un tal numero di scienziati, studiosi e matematici da creare l’esigenza di una sede più adeguata per le riunioni.
I lavori di costruzione furono eseguiti tra il 1754 e il 1780, su un terreno dentro il castello retrostante l’edificio del podestà e di pubblica proprietà, con il finanziamento privato di ventuno famiglie locali. La costruzione diventò quindi di proprietà dei palchettisti, come usava a quel tempo.
La facciata e l’atrio furono aggiunti tra il 1853 e il 1858 su disegni dell’ingegnere Antonio Barea di Castelfranco, autore, nello stesso periodo, anche della ristrutturazione interna, funzionale alla messa in scena di spettacoli operistici.
Il Teatro è uno dei capolavori del Preti, autore di numerosi edifici religiosi, tra cui il Duomo di Castelfranco e laici come Villa Pisani a Stra. Anche qui, nel Teatro, applicò la regola della media armonica per ottenere un’acustica ottimale, stabilendo la dimensione dell’altezza mediante la divisione del doppio prodotto delle due dimensioni della pianta per la somma delle medesime dimensioni.
Il nome di “Teatro” o “Sala Accademica” al tempo della sua realizzazione indicava che la Repubblica di Venezia ne aveva concesso la costruzione col vincolo di un’attività teatrale limitata solo alle compagnie dilettanti, con la prevalenza dell’uso accademico.
A testimonianza delle attività diurne è l’apertura di due ampie logge sulle quali si aprivano luminose serliane (oggi se ne conserva una solamente).
Durante la dominazione asburgica l’Accademia fu costretta a sospendere la propria attività, che riprese nel 1847 quando i soci della Sala organizzarono le rappresentazioni del “Trovatore” di Verdi, del “Barbiere di Siviglia” di Rossini e della “Lucrezia Borgia” di Donizetti. L’euforia liberale spinse i soci anche ad un parziale restauro della struttura, per cui nel 1858 Giambattista Meduna fece abbattere il soffitto con gli affreschi di Giambattista Canal, rettificò la curva dei palchi, eliminò l’alto zoccolo di bugnato rustico che cingeva le pareti e fece chiudere le finestre. L'opera del Preti fu, infine, snaturata anche dal nuovo sipario e dal soffitto, decorato con affreschi a tempera del pittore veneziano Sebastiano Santi, mentre i dipinti sui palchetti recano la firma di Voltan.
Quando nel 1866 Castelfranco fu unito con il Veneto al Regno d’Italia, il Teatro raggiunse il suo massimo splendore, ma poi iniziò il declino fino alla chiusura nel 1910.
Nel 1946 vi fu il tentativo da parte dell’Università Popolare di ridargli vita, ma lo stabile richiedeva grossi interventi di manutenzione, ragione per cui nel 1970 l’edificio fu ceduto dalla Società del Teatro al Comune di Castelfranco Veneto per la simbolica somma di 101.000 lire (sull’iscrizione nell’atrio della galleria si legge altresì la testimonianza della cessione di fatto gratuita). Restaurato dallo stesso Comune tra il 1973 e il 1977 su progetto dell’arch. Angelo Scattolin, ancora oggi è sede di eventi culturali (concerti, spettacoli teatrali, convegni, mostre).
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Note
Edificio pubblico posto sotto la Tutela dei Beni Ambientali ed Architettonici come “edificio di interesse particolarmente importante” dal 22 marzo 1943.
La segreteria del teatro, che ha sede nell’edificio stesso, è aperta di norma da lunedì al venerdì, con orario 9.00 – 12.30, salvo altre esigenze connesse con l’effettuazione degli spettacoli.
I recapiti della segreteria sono i seguenti: telefono: 0423/735661, fax: 0423/8735662