top of page
giorgione.png

Statua di Giorgione

 

Giardini pubblici, angolo nord-est del castello

1878

Descrizione

 

In occasione del quarto centenario della nascita di Giorgione (1878), il Comune di Castelfranco commissionò all'architetto vicentino Antonio Caregaro Negrin il progetto del monumento a Giorgione e l’arredo paesaggistico circostante, mentre la statua del pittore castellano fu scolpita dallo scultore veneziano Augusto Benvenuti nello stesso anno.

 

L’opera fu poi collocata su uno scoglio artificiale eretto al centro del fossato, all’angolo di nord-est.

 

A pronunciare l’orazione inaugurale del monumento al Giorgione il 5 ottobre fu il conte Giuseppe Valerio Bianchetti, scrittore e amico di Giosuè Carducci, sostenitore degli ideali risorgimentali e repubblicani, nonché padre della scrittrice castellana Paola Drigo. Il Bianchetti fu un intellettuale particolarmente attivo: grazie alla sua intraprendenza realizzò il centro culturale La società di incoraggiamento all'educazione Popolare, attorno alla quale gravitavano biblioteche e scuole aperte anche la sera, allo scopo di coinvolgere le fasce popolari. Con Carducci ed Arcangelo Ghisleri fondò e diresse la Rivista Repubblicana. 

 

Giorgio o Zorzi da Castelfranco, detto Giorgione, rappresenta una vera gloria cittadina, al punto che lo scrittore Giovanni Comisso nel 1935 aveva annunciato in un articolo su La Gazzetta del Popolo l’intenzione del podestà di mutare il nome di Castelfranco Veneto in Castelfranco del Giorgione.

 

Nacque intorno al 1477-1478 e morì di peste a Venezia nel settembre 1510, come si apprende da uno scambio epistolare tra Isabella d’Este ed il suo agente. È una tra le figure più enigmatiche della storia della pittura. 

 

Di Giorgione restano pochissimi documenti e le opere a lui attribuite, nessuna delle quali firmata, sono oggetto di ininterrotti dibattiti e verifiche, esattamente come la loro iconografia stimola diverse interpretazioni. 

 

Attivo nella scena veneziana per un decennio, le fonti cinquecentesche lo identificano in base alla città di origine, ricordandolo dopo la morte come Giorgio da Castelfranco (Zorzi o Zorzo) o Giorgione per l’alta statura morale oltre che fisica. 

 

Pur circoscrivendo il numero delle opere sicuramente a lui attribuibili a pochi esemplari, è innegabile l'influenza che questo artista ebbe sulla pittura veneta del suo tempo, per la modernità che le impresse.

Note

Dov’è finito il pennello di Giorgione? Al bravo osservatore non sfuggirà che al nostro pittore manca il pennello nella mano destra, caduto negli anni ‘80 del secolo scorso e probabilmente depositato nei magazzini della Biblioteca Comunale.

bottom of page