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Chiesa di San Giacomo e Convento dei Serviti

 

Via San Giacomo

XV-XVIII

Descrizione

 

La chiesa di S. Giacomo è situata nella omonima via ed è l’unica superstite delle cinque che affiancavano i cinque conventi presenti a Castelfranco sino alla fine del Settecento.

 

Fu eretta nel 1420 e successivamente ampliata ed abbellita insieme al convento dei Serviti ad essa annesso tra il 1730 e il 1732. Il progetto di ampliamento è attribuito a Giorgio Massari (1687-1766), noto architetto veneziano estraneo alla cerchia riccatiana, ma famoso per i disegni di villa Tamagnino Lattes ad Istrana, della barchessa Pola a Barcon e della Rotonda di Badoere.

 

La chiesa presenta una facciata semplicissima il cui unico apparato decorativo è costituito da un ordine di paraste ioniche appena rilevate, per risolvere il problema dello spazio angusto a disposizione dell’edificio. Gli stessi capitelli sono molto schiacciati in funzione di una prospettiva possibile solo da un angolo molto vicino alla verticale. 

 

L’ingresso, sui cui lati sono murate le iscrizioni che ricordano due teologi castellani appartenuti all’ordine dei Servi di Maria, ovvero Domenico Dotto e Lorenzo Mazochio, si apre su una navata unica, cinta da un ordine di colonne ioniche che sostengono la trabeazione e inquadrano gli archi, entro i quali trovano posto sei altari laterali. 

 

Il primo a sinistra, nei pressi del presbiterio, reca nel timpano il flagello, emblema dei Battuti, a sottolineare il legame della confraternita con l’ospedale e la nuova chiesa edificata. Tutti gli altari sono impreziositi da incrostazioni marmoree rosse e viola.

 

La luce si diffonde entrando dalle finestre termali semicircolari, conferendo a tutto l'ambiente un'atmosfera serena e armoniosa, mentre le ombre che si proiettano illudono che gli spazi siano più ampi.

 

La pala vicina all’abside è uno splendido olio su tela di Pietro Damini (1592-1631), che ritrae una Madonna con Bambino e S. Giacomo Apostolo e S. Agostino, mentre l’altare maggiore è impreziosito da due angeli marmorei posti su pilastri di Giacomo Cassetti (1682 - 1742 c.), allievo di Orazio Marinali. 

 

Sul primo altare di sinistra è posta una pregevole pala con I Santi Antonio, Andrea e Caterina del veneziano Pietro Vecchia (1602-1678). Di notevole interesse è anche la pala settecentesca di Egidio Dall'Oglio sul terzo altare, raffigurante San Lorenzo Martire con le SS. Lucia, Agata e Apollonia, nella quale i quattro santi poggiano su una nube che conferisce dinamismo alla composizione. 

 

L’opera non comunica drammaticità o sofferenza alla vista degli attributi del martirio dei soggetti (la graticola, gli occhi, i seni e la tenaglia con il dente), piuttosto attrae l’attenzione del visitatore per l'eleganza delle vesti, la preziosità dei gioielli e la grazia delle pose, inducendo una serena meditazione, suggerita dal dito di S. Lorenzo che indica la loro gloria.

 

Infine, sul lato destro, sono da apprezzare la pala raffigurante Il Miracolo del Crocifisso per intercessione di San Pellegrino Laziosi (inizio XVIII secolo) di Nadal Melchiori e La Deposizione in gesso forte (anni ‘50 del XIX secolo) dello scultore Antonio Bianchi (1812-18989).  

 

Nel timpano del terzo altare è da notare lo stemma di casa Novello sopra l’omonimo altare.

 

Infine, sopra la porta della chiesa è possibile ammirare L’incoronazione della Vergine di Paolo Piazza (fra’ Cosimo da Castelfranco).

 

Ultimo gioiello in questo scrigno cittadino è il notevole coro ligneo con i suoi stalli settecenteschi, intagliati sapientemente a mano nel legno di noce.

 

Prima della ristrutturazione settecentesca, la chiesa ospitava le sepolture di famiglie castellane. Nel 2009 ne furono rinvenute 19 sotto il pavimento della Chiesa, realizzate tra il 1468 ed il 1730. Due, affrescate, sono state rese visibili sul passaggio della navata. I manufatti trovati al loro interno sono stati studiati ed una ricca documentazione fotografica e video testimonia l’intero processo di restituzione e di  restauro.

 

Sulla stessa via S. Giacomo si apre anche il Convento dei Serviti del 1240, probabilmente sempre ricostruito su progetto del Massari nello stesso periodo della chiesa attigua. 

 

Il chiostro presenta un cortile centrale, circondato da un porticato in cui una serie di pilastri sorregge il susseguirsi di archi, che conferiscono all’intera struttura un effetto armonioso. 

 

L’ordine dei Servi di Maria fu soppresso l'1 ottobre 1772 dalla Repubblica Veneta e l’edificio passò sotto la proprietà comunale, per divenire sede della prima scuola pubblica di Castelfranco col nome di Ginnasio Comunale e poi Scuola Tecnica. Oggi è la sede del Conservatorio di Musica Agostino Steffani. 

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Note

Gli edifici sono di proprietà dell’Amministrazione comunale. 

Un progetto di restauro importante darà vita alla cittadella universitaria della musica, con una riqualificazione che interesserà la chiesa di San Giacomo, il Chiostro dei Serviti, le ex-Scuole elementari urbane, la Casa Pavan ed il Palazzetto Preti

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