La Torre civica
XII - XIII secolo
La Torre Civica di Castelfranco costituisce la parte più nobile e rilevante della complessa struttura fortificata eretta a cavallo tra XII e XIII secolo dal Comune di Treviso come estremo baluardo difensivo occidentale della Marca Trevigiana, a contrasto delle brame espansive delle vicine Padova e Vicenza.
La Torre, che si erige a metà della cortina muraria orientale, è detta anche “Torre Davanti” o “Torre Franca”, poiché sovrasta la porta che guarda alla città fondatrice e introduce all’asse viario che, partendo da Borgo Treviso, porta al capoluogo della Marca.
La Torre in origine era di altezza non superiore a quelle d’angolo, come testimonia la traccia ancora riscontrabile tra la tessitura muraria originaria e quella delle successive aggiunte; e soltanto con la collocazione della cella campanaria, all’inizio della dominazione veneziana (1339), raggiunse gli attuali 43 metri di altezza.
La Torre Civica - che riporta traccia delle diverse dominazioni in età medievale, a cominciare dai grandi affreschi sulla volta della porta d’ingresso alla città, con le effigi dei Carraresi - era inoltre circondata da una ulteriore struttura fortificata, voluta nel 1246 da Ezzelino da Romano, e nota come “girone”, di cui memoria si conserva sia nel triplice ordine di porte sotto la mole della torre, che nella struttura rialzata all’interno della cinta muraria che consente ancor oggi di accedervi. Una sorta di fortificazione nella fortificazione; un baluardo estremo che nei primi secoli di storia di Castelfranco dava rifugio ai rappresentanti del governo e alla loro guarnigione.
In facciata la torre presenta sul lato esterno il grande quadrante azzurro dell’orologio, sormontato dal leone di San Marco col libro aperto (simbolo di pace), voluto dal Podestà Pietro Gradenigo nel 1499.
Dall’alto della Torre è possibile cogliere la collocazione strategica di Castelfranco nell’alta pianura veneta, ai piedi delle prime colline e all’incrocio di vie di comunicazione fondamentali risalenti all’età romana (la via Postumia e la Via Aurelia); nonché l’organizzazione interna del castello, diviso in quattro settori, per meglio organizzare la difesa, e le strutture difensive esterne, di cui rimane traccia visibile nelle Bastie nuova e vecchia, ovvero nelle cortine continue di abitazioni erette fuori le mura a freno dell’impeto delle forze degli aggressori.
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